Innanzi tutto precisiamo che il termine disturbo

dell’identità di genere si riferisce ad una vecchia modalità per
indicare quello che oggi è chiamata disforia di genere.

Prima di continuare è obbligatorio accennare al concetto di identità sessuale.

Essa è costituita dalla complessa relazione tra il sesso biologico, l’identità e il ruolo di genere e l’orientamento sessuale.

Per sesso biologico si intende ciò che determina
l’appartenenza al cosiddetto maschile o al femminile. Sono due le
componenti: il sesso cromosomico e il sesso genitale. Il sesso
cromosomico è quello determinato dal DNA ; Il sesso genitale fa invece
riferimento alla presenza di caratteri sessuali primari e secondari
identificati come maschili o femminili.

Per “identità di genere” si intende la percezione
unitaria di se stessi come appartenenti al genere maschile o femminile o
ad entrambe.

A questo proposito, purtroppo si confonde identità di
genere con identità sessuale sovrapponendo i due termini, anche a causa
del fatto che la nostra cultura ha previsto sempre la definizione di
solo due generi, corrispondenti ai due sessi biologici.

Per ruolo di genere si intende il modo in cui
l’individuo interpreta il proprio essere uomo, donna o persona
transgender. All’interno del ruolo di genere inseriamo le modalità di
rapportarsi e di parlare, il modo di vestirsi ed altro che può essere
influenzato dalle aspettative sociali.

Per orientamento sessuale si intende un’attrazione
sentimentale – sessuale verso una persona dello stesso sesso o del sesso
opposto.

Disforia di Genere

La persona con disforia di genere solitamente vive una
completa disarmonia tra gli aspetti biologici e l’identità di genere,
con la costante consapevolezza di appartenere al genere opposto e di
essere imprigionato in un corpo che non lo rappresenta. La percezione
della differenza tra la propria identità corporea ed il proprio vissuto
di genere può essere fonte di una sofferenza enorme, la percezione di
esistere e al contempo la negazione della propria esistenza intesa come
esistenza di un Sè coeso, coerente, riconosciuto è indubbiamente
dilaniante, tanto più, quanto questo dolore è vissuto all’interno di un
contesto sociale e familiare giudicante, svilente, ostile fino al subire
atti di vera e propria Transfobia (intesa come pregiudizio e paura
irrazionale delle persone trans – è la maggiore causa dei crimini
commessi contro le persone transessuali e transgender).

L’intervento psicologico non viene quasi mai richiesto
in prima battuta; spesso anche a causa di precedenti esperienze
negative con professionisti della salute mentale. Spesso a questo
proposito il contatto è ambivalente con un senso di urgenza e sofferenza
da una parte e con un senso di sfida, ostilità, scetticità dall’altra.

È comprensibile, ma ci auguriamo che la persona con
difficoltà ricordi sempre che qualunque forma di difficoltà possa essa
vivere, è principale che non anteponga a sua volta paure e pregiudizi
che possano precludergli un dovuto sostegno nel doloroso cammino
personale.

 

Rimandiamo a delle realtà che si adoperano in questo settore e che reputiamo possano essere utili contatti:

ONIG

osservatorio nazionale identità di genere-  www.onig.it

 

– Azienda Ospedaliera S. Camillo-Forlanini

Piazza Carlo Forlanini n. 1 – 00151 Roma

Percorso diagnostico (medico e psicologico), endocrinologico, chirurgico

Servizio per l’identità di genere per adolescenti e famiglie

Sportello SAIFIP (Struttura Complessa di Chirurgia
Plastica e Ricostruttiva Servizio per l’Adeguamento tra Identità Fisica e
Identità Psichica)

tel. 06 58703700/ 06 58702527

– Associazione Libellula

Piazza Vittorio Emanuele II tel. 064463421 cell. 3480358921 www.libellula2001.it

Informazioni, Assistenza sanitaria e legale, Supporto, Counseling

– Circolo Mario Mieli

Via Efeso 2 tel 065430266     http://www.mariomieli.net/

Informazioni, Assistenza sanitaria e legale, Supporto, Counseling