Rimini.

…e allora abbracciamoci 🤗

Posted by Daniela Lucangeli on Monday, 10 December 2018

fonte: www.facebook.com/danielalucangeliofficial

A chi non avesse avuto modo di sentire la Dottoressa Lucangeli, suggerisco di utilizzare pochi minuti per farlo ora

Le sue parole, rivolte prevalentemente al campo dell’insegnamento
sono facilmente utilizzabili a tutti gli altri campi ove vi sia un
essere umano che “apprende”, come quando si apprende a giocare
condividendo con l’altro, o ad attraversare

“I nostri errori tracciano le nostre memorie di emozione e se le
tracciano di dolore possono anche tracciarle per nostra fortuna delle
emozioni antagoniste al dolore cioè di ciò che ci fa bene (…) nel
cervello questo meccanismo di connessione fa si che mentre io
apprendo, se io apprendo con paura, il meccanismo di memoria certo
ricorda ciò che stò apprendendo ma ricorda anche l’emozione con cui ha
tracciato quella determinata informazione, quindi la paura!
e
 paradossalmente io determino al livello
neurofisiologico (…) un corto circuito, perchè una informazione dice
ricorda e l’altra dice scappa, ti duole, perchè la paura ha questo
compito, di farci scappare da ciò che determina  il momento di
fuga, di bisogno (…)  nel momento in cui noi apprendiamo non
codifichiamo solo l’informazione cognitiva ma proprio codifichiamo, cioè
diamo informazione al tipo di interpretazione emozionale” (cit.
Lucangeli)

continua la Lucangeli che se continuiamo ad insegnare attraverso la
paura, la colpa quello che determiniamo sono allert continui, che creano
tensione continua, che genere un messaggio che dice scappa.

riportando ciò ad un esempio quotidiano potrei trovarmi davanti ad un
bambino che ha imparato si a condividere i suoi giochi ma la modalità
attraverso la quale ha appreso ciò è una modalità che fa riferimento ad
un sentimento quale il senso di colpa.. che sentimento avrebbe quel
bambino nel condividere??

Termino con un altro spunto della stimatissima collega: “è necessario
capire che per esempio 30 secondi di abbraccio comandano ad una delle
nostre strutture più profonde del cervello, l’amigdala, di produrre
neurotrasmettitori collegati all’ormone dell’ossitocina che è quello che
fa si che le mamme possano resistere al dolore del parto, cioè
abbracciare è collegato ad un meccanismo che dà conforto, senta la
parola: con forto, con forza.  (…) Un abbraccio determina un vero e
proprio picco herziale (herz= unità di misura delle frequenze)  al
livello del sistema neuroelettrico del cervello (…) come funzionano i
picchi herziali?  (…) un attimo di gioia è intenso e breve cioè
l’intensità traccia le memorie, ma perchè è breve? perchè così il
cervello cerca ancora altre gioie- invece emozioni come l’ansia la
angoscia, la paura, la bassa autostima sono delle onde a bassa
intensità, che quindi restano sotto soglia altrimenti disturberebbero
troppo il sistema cognitivo ma restano a lunga durata. perchè? perchè
danno un allert e dice scappa che ti duole e ricordatelo che questo è
pericoloso per te”

e questo spiega perchè i sentimenti negativi durano di più: hanno la
funzione di promemoria per non farci ricadere nell’esperienza dolorosa e
perchè i sentimenti positivi, ci sembrano così intensi e così brevi …
così ricercheremo più e più volte quella fonte di piacere! che non sia
proprio questo il correlato neurofisiologico alla base della dipendenza…

e allora Abbracciamoci

apprendere con paura

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