La psicologia della insoddisfazione cronica

Può capitare a tutti di raggiungere degli obiettivi e poi non
riuscire a goderne il momento o i benefici. Una specie di sensazione di
offuscamento, un alone che rende meno vividi i colori e non ci fa gioire
del risultato raggiunto. .può capitare a tutti di trovarsi, appena
raggiunto un obiettivo a sminuirlo, come se non fosse proprio un merito
nostro o comunque se già un altro obiettivo debba essere perseguito
mettendo in ombra quello appena raggiunto.. può capitare a tutti di
confrontare la propria condizione con quella di altri, quelli che sono
più belli, quelli che sono più capaci o ricchi o apprezzati o solamente
fortunati e che conducono vite molto diverse dalle nostre. Vite piene di
stimoli, di luoghi o situazioni che ci fanno dire:” perchè io no?
perchè a me non è dato??”
Ebbene questi possono essere momenti circostanziati, un sentimento che
fa capolino in una particolare situazione oppure può essere o diventare
una condizione stabile. In quest’ultimo caso è possibile che lo stato di
insoddisfazione tenda a cronicizzarsi.
Questa insoddisfazione cronica è stata anche chiamata Bovarismo o
sindrome di Madame Bovary dal romanzo di Gustave Flaubert degli inizi
del ‘900.

Cosa c’è alla base della insoddisfazione cronica?
Alla radice della insoddisfazione cronica vi è la distanza tra lo stato reale delle cose e lo stato desiderato.
A produrre una percezione sempre maggiore di questa distanza possono
concorrere alcune modalità quali l’idealizzare cioè la proiezione
ispirata a principi astratti. La persona potrà quindi avere bisogno di
cercare di colmare il divario tra un io reale (ciò che è realmete o
crede di sé) ed un io ideale (ciò che vorrebbe\dovrebbe essere secondo i
suoi canoni) attraverso forme di perfezionismo. Questo meccanismo non
permette mai alla persona di sentirsi soddisfatta per ciò che ha fatto,
ha raggiunto o più in generale è!
Anche nel paragonare si può rilevare una distanza tra ciò che si
desidera e ciò che si ha o si è! Spesso però nel continuo paragone vi è
una tendenza non tanto nella direzione del fare, del cercare
strenuamente una ipotetica perfezione quanto nel “lamentare” il divario
tra Sè e l’altro e semmai nel tentare di emulare\imitare l’altro in
aspetto, idee, stili.
In entrambi i casi le aspettative che si nutrono possono essere irreali o
irrealizzabili creando non solo frustrazione ma anche senso di
inadeguatezza.
Sono dei modelli interni appresi sin dall prime esperienze relazionali
che ci fanno andare in queste direzioni, uno stato interno in cui è
presente una scarsa valutazione del proprio Sè e la necessità di
bilanciare questo senso di scarso valore

La società che peggiora le cose
A peggiorare la situazione c’è il fatto che viviamo in un’epoca in cui
tutto sembra apparentemente possibile. Tuttavia, in pratica, solo una
piccola minoranza riesce a raggiungere i propri sogni. Il contrasto tra
le possibilità quasi infinite e una realtà anonima, è in grado di
generare un profondo senso d’insoddisfazione. Quando una persona
confronta i suoi risultati con quelli degli altri compare quasi
immancabilmente l’insoddisfazione.
Siamo molto in contatto con realtà incredibili, cose e luoghi da favola.
Siamo molto spesso in contatto con persone che sono al top. Corpi
stupendi, vite da sogno, c’è un gran da fare nel condividere immagini,
video e chi più ne ha più ne metta del momento speciale che si stà
vivendo. E sia tra i vip sia tra i normal people c’è una gara a
condividere la cosa speciale che si stà facendo, che si sta vivendo, che
si stà vedendo e il momento normale, quello qualunque non ha più
diritto di esistere, le nostre parti di vita normale non hanno più
diritto di esistere. Passiamo sempre più forte questo messaggio
dell’osannare la straordinarietà!! fa leva su un grande buco interno
ovviamente questo dover sentire e sentirsi sempre un qualcosa di
straordinario, ma ovviamente quando con grande sfrontatezza la normalità
si ripropone il divario è doloroso e o neghiamo questa “normalità” o ci
frustriamo..
Spesso inoltre ciò che desideriamo non è ciò di cui abbiamo veramente
bisogno. La nostra società oltre a spingerci al consumismo ci ha fatto
credere che la soddisfazione e la felicità dipendano dai beni materiali
in questo modo siamo costretti a correre costantemente dietro a cose di
cui non abbiamo bisogno e scambiamo ciò che desideriamo da ciò di cui
abbiamo bisogno!

Come uscirne?
Il primo passo per uscire da questo circolo vizioso è realizzare che si
ha difficoltà ad avere a che fare con la realtà e si ha la tendenza ad
evadere da essa.
A questo importante passo segue la necessità di soffermarsi sulle
motivazioni che ci hanno portato a questa scarsa valutazione di me al
punto da dover bilanciare questa percezione di scarso valore con la
necessità di essere così perfetti che non è mai abbastanza o con le
irrealistiche aspettative di qualcosa che mi è dovuto o ancora con la
comparazione, con il paragone con la x persona che ce l’ha fatta (e per
cui nutro profondamente invidia) pur non avendo nulla più di me!!
fare ciò, soffermarsi sulle motivazioni che portano a questo non è
facile e di solito è necessario fare ricorso ad un professionista della
salute mentale però comunque ci sono un paio di possibili trucchetti che
possono orientare la nostra attenzione verso qualcosa di più funzionale
rispetto alla insoddisfazione.
Mi riferisco allo sforzarsi di soffermarsi su ciò che si
ottiene\raggiunge quando ciò avviene (spesso difatti lo si da per
scontato e viene quasi totalmente ignorato)
mi riferisco al provare a distinguere il Desiderio dalla Necessità:
quando ci si sente insoddisfatti di qualcosa che non si ha chiedersi se
si ha realmente bisogno di quella cosa o se si tratta di un Desiderio.
Per facilitare questo compito si può stilare una lista di non più di 3\5
Bisogni.
Avendo compilato la lista dei bisogni inoltre si può effettuare anche
un’altra cosa, ogni mattina ricordarsi per quale motivo ci si è
svegliati e per cosa vogliamo impegnarci (ciò ci impedisce anche di
farci distrarre dalle 1000 cose che incontriamo ogni volta nella nostra
giornata)
infine alleniamoci al piacere. Nonostante viviamo in un paese ed in un
epoca in cui c’è uno straordinario benessere tendiamo a non gustare
nessuna delle tantissime piccole cose con cui veniamo in contatto
giornalmente. Facendo un esempio banalissimo quanto davvero gustiamo
dalla prima alla ultima goccia il buon caffè che ci prendiamo al bar
preferito o che ci siamo fatti a casa scegliendo accuratamente
macchinetta e miscela o per chi ne fa uso cialda più appropriata??

l’insoddisfazione Cronica

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