non parlo di quella forma di cortesia superficiale utilizzata come modalità per oliare arrugginiti ingranaggi sociali,

non parlo di un abito da indossare con qualche funzione più o meno
consapevole come quando rispecchia una incapacità di dire semplicemente
No! Quella che alcuni hanno definito la gentilezza autodistruttiva..

non parlo della gentilezza come strumento di potere, quella che cerca
di ottenere il più possibile.. quella non è gentilezza è opportunismo, è
strategia sociale, è falsa.

E si, perché esiste una gentilezza autentica ed una falsa: la prima è
disinteressata mentre la falsa ha un suo interesse, il quale può essere
anche lecito..ma sempre gentilezza falsa rimane…

non parlo di queste “gentilezze” bensì di un atteggiamento profondo
comprensivo di calore, generosità, umiltà, senso di gratitudine che
nasce da una reale disposizione interna.

In questo nostro mondo in cui si esaltano molto di più atteggiamenti
aggressivi, dominanti, vincenti anche a scapito dell’altro,
atteggiamenti basati sempre e solo sul pronome IO è difficile incontrare
una persona gentile, ma ogni tanto accade…

Essa ascolta davvero ciò che diciamo, sa osservare ed il suo sguardo è
lieve e tenero, il suo tocco è delicato e rispettoso. La persona
gentile sembra sapere che la crescita richiede attenzione, dedizione,
nutrimento e si, anche forza…ma non violenza.

Da psicologo ho riscontrato ripetutamente quanto sia vero che solo le
persone davvero forti non hanno la necessità di essere arroganti,
presuntuose, violente.

Essere gentili comincia dalla considerazione non giudicante dei
propri errori e limiti, dalla accettazione degli stessi non passiva o
distruttiva ma clemente e propositiva. Considerazione che permette di
estendere all’altro questo atteggiamento di accoglienza, ribadisco non
passiva.

Questo atteggiamento che favorisce il poter trattare se stessi e
l’altro con Cura. È proprio su quest’ultimo passo che vorrei focalizzare
l’attenzione, la gentilezza come forma di maneggiare le proprie e
altrui cose con Cura.

Termine che abbiamo imparato erroneamente ad associare alla
parola malattia ma il cui significato prende spunto da un interessamento
premuroso, un riguardo, un’attenzione, un impegno…

Franco Battiato nella sua canzone la Cura parla di superamento di
limiti, di cammino condiviso, di passione, di tocco lieve, di
generosità, di considerazione, di rispetto…

Curare il proprio Sè, alimentarlo, nutrirlo ed impiegarlo a beneficio di se stessi e degli altri;

forse la gentilezza è funzione del saper prendersi Cura, ..forse… io non so…

Ma so che qualunque cosa venga detta, seppur dura, grave,poco
digeribile, se espressa con gentilezza rende onore e si prende cura sia
di chi invia il messaggio, sia di chi lo riceve, sia del messaggio
stesso…. e gli effetti sono duraturi, come disse Madre Teresa di
Calcutta:

“Le parole gentili sono brevi e facili da dire, la loro eco è eterna”.

 

Imparare a dare più spazio alla gentilezza si può:

– Prenditi Cura di te, accudisci te ed il tuo corpo. perdonati, non
essere troppo rigida\o nel giudizio di Te. Educati alla gentilezza a
partire da te stessa\o

– Fai un atto di gentilezza senza aspettarti nulla in cambio, anche
se un giorno potrebbe farlo con te, la gentilezza non è una moneta!!

– Non giudicare chi è degno e chi no di una tua gentilezza.

– Prova ad essere grata\o per ciò che hai..

– Prova a non lamentarti mai per una settimana..

La Gentilezza

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